A cosa servono gli anodi sacrificali?
Gli anodi sacrificali servono a proteggere dalla corrosione strutture metalliche, come condotte, serbatoi o scafi di navi, che sono esposte a ambienti corrosivi.
Il loro funzionamento si basa sul principio della protezione catodica: l'anodo sacrificale, realizzato con un metallo meno nobile rispetto al metallo della struttura da proteggere (ad esempio, zinco o magnesio), si corrode al posto di quest’ultima.
Ecco come funziona il processo:
Reazione elettrochimica:
Quando una struttura metallica è immersa in un ambiente corrosivo (come il suolo o l’acqua), si creano celle elettrochimiche che causano la corrosione del metallo. Con l'aggiunta di un anodo sacrificale, viene creato un circuito in cui l’anodo ha una potenzialità elettrica più bassa rispetto alla struttura metallica principale, inducendolo a corrodersi per primo.
Protezione della struttura:
Poiché l’anodo è quello che si corrode, il metallo della struttura resta intatto o subisce un deterioramento molto ridotto. In pratica, l’anodo sacrifica sé stesso per proteggere la struttura.
Sostituzione periodica
Col passare del tempo, l’anodo si consuma e perde efficacia, perciò è necessario sostituirlo periodicamente per mantenere la protezione catodica attiva.
Gli anodi sacrificali, deviando la corrosione verso di sé invece che verso la struttura da proteggere, allungano la vita di quest’ultima e riducendo la necessità di interventi di manutenzione.